C’è stato un tempo – per fortuna lontano, ma abbastanza vicino – in cui il Festival è stato bollato a lungo come uno show… per vecchi. Sanremo è Sanremo, e se è vero che per gli italiani la Settimana Santa non si tocca, è anche assodato che gli ascolti sono “esplosi” negli ultimi anni, complice l’Era Amadeus, che è riuscito nell’intento di avvicinare i più giovani alla kermesse. La storia dei conduttori di Sanremo ci porta a oggi. L’unico fil rouge? La musica, che si è evoluta al passo con i tempi.
Pippo Baudo, il simbolo del Festival
Pippo Baudo è il simbolo del Festival di Sanremo. In modo indiscusso. Il conduttore siciliano detiene il record di presenze, poiché ha condotto la kermesse per tredici volte. Altro che Amadeus e i suoi cinque Festival. Presentato per la prima volta nel lontanissimo 1968, è riuscito nell’intento di collezionare anche record di ascolti (l’edizione del 1987 è la più vista di sempre, con 17 milioni di telespettatori).
Dal 1992 al 1996 Baudo conduce per ben cinque volte di fila Sanremo, proprio come Amadeus, ed è a lui che dobbiamo il lancio di artisti dal calibro come Giorgia (che ha co-condotto Sanremo 2024 insieme ad Amadeus per una sera), Laura Pausini, Eros Ramazzotti. I suoi Festival? Memorabili: mai banale, mai scontato, elegante. Molte delle sue edizioni sono entrate nella storia, come il tentato suicidio di Pino Pagano nel 1995, il momento in cui ha interrotto Armstrong a Sanremo nel 1968, o ancora quando ha liquidato Beyoncé con un saluto a dir poco frettoloso nel 2002. Iconico.
Mike Bongiorno, a lui è stata dedicata una statua omaggio a Sanremo
Nel 2013 è stata dedicata una statua a Mike Bongiorno a Sanremo: insieme a Baudo, è un altro volto simbolo del Festival. Anche lui ha condotto ben cinque edizioni consecutive, collezionando undici presenze all’interno della kermesse più amata d’Italia.
Amatissimo e mai dimenticato, a Mike Bongiorno va indubbiamente il primato di edizione più strana mai andata in onda. Ricordiamo per caso la sua undicesima e ultima conduzione, al fianco di Valeria Marini e Piero Chiambretti? Quest’ultimo si è vestito da angelo per tutte le serate, e nella finale, invece, si è agghindato da diavolo, per poi sollevare la gonna a Valeria Marini. Momenti da dimenticare.
Fabio Fazio, l’arrivo della satira a Sanremo
Non è stato da meno Fabio Fazio, perché c’è voluto del tempo per arrivare dove siamo oggi: è stato lui a portare la satira sul palco di Sanremo. Un’impresa non facile, anzi: difficilissima. Insieme alla sua fedele partner – ma solo come professionista – Luciana Littizzetto, ha portato Maurizio Crozza all’Ariston, svecchiando la kermesse e rendendola più attuale.
I suoi Festival sono stati ricchi di polemiche – ma, d’altronde, come insegna Baudo stesso, non c’è Sanremo senza scandali – ricordiamo su tutti quando hanno sfilato i Cobas con la mucca Ercolina nel 2020 e quando, nel 2014, il Festival è stato interrotto da due disoccupati giunti dalla Terra dei Fuochi. Fazio gestì la situazione in modo impeccabile, impedendo ai due di buttarsi dalla balaustra del teatro.
L’Era Amadeus, la rinascita di Sanremo
Con la fine di Sanremo 2024, si è conclusa l’Era Amadeus. Possiamo dirlo? Il Festival non sarà mai più lo stesso. Perché ad Amadeus va il merito di non averlo solo condotto, ma di averne preso la direzione artistica: con la sua lunghissima gavetta in radio, ci ha visto lungo e ha lanciato giovani artisti di cui sentiremo parlare per anni. Un po’ come ha fatto Pippo Baudo.
Amadeus ha condotto il Festival per cinque edizioni consecutive – dal 2020 al 2024 – conducendo anche durante il periodo della Pandemia di Covid-19. Ha contribuito al successo stellare dei Maneskin, ha portato sul palco l’influencer Chiara Ferragni, ha scelto di far gareggiare un testo napoletano – di Geolier – a Sanremo 2024. Sotto la sua direzione tanti scandali, ma anche tantissime certezze: soprattutto, quella di aver “riportato” i giovani a Sanremo.